domenica 26 agosto 2012

Parte 6 : Il Signor Lee

 Hai già letto la prima parte, la seconda parte, la terza parte e la quinta parte di questo romanzo? Se non lo hai fatto ti conviene, prima di iniziare questa qui...ecco il link della prima parte : "Parte 1: Il Gabbiano",  quello della seconda: "Parte 2: Il Podere dei Collins"  ,quello della terza parte : Parte 3: Sammy ,quello della quarta : "Parte 4: Il cuore grigio di una madre" e quello della quinta : "Parte 5: Cattiva": te li aprirà automaticamente in una nuova scheda, mi raccomando poi torna qui ;)

"Ci saranno quelli tra voi che lo troveranno fuori luogo
 e tutti gli altri lo giudicheranno grottesco,
 ma lasciate che vi dica una cosa,
 amici miei: sempre meglio un amore bizzarro
 che nessun amore"
S. King Il Miglio Verde 

Parte sesta: Il Signor Lee.
22 Ottobre 2355, Agony, Podere dei Collins. 

Quella notte Sammy non fece nulla a Mary, le altre loro compagne di stanza ,Jaya e Charlotte, erano rimaste sveglie a chiacchierare e lei aveva preferito mettersi a riposare invece di aspettare invano l'ora dell'assoluto silenzio.
Sammy non agiva mai se c'erano testimoni nei paraggi, così aveva rimandato il tutto ad un futuro piuttosto prossimo.
La mattina Mary, che quel giorno si sentiva piuttosto allegra, dopo aver fatto colazione, era andata alla lezione del Professor Lee.
C'erano esattamente le stesse persone che il giorno prima stavano seguendo il corso della Professoressa Dumont, ma stavolta non arrivò per ultima, e non si sedette vicino a Sammy, bensì a Charlotte 51, la sua compagna di stanza più silenziosa.
Era molto bassa, con i capelli corti e scuri e gli occhi piccoli. Non parlava mai, ma quando le veniva in mente di farlo non sbagliava mai giudizio, e questo indispettiva da morire Sammy.
"Questa è la lezione che preferisco...e lui è davvero bravo", le disse Charlotte sotto voce, Mary sorrise, ma non era affatto attratta dal nome di quel corso.
Poi il Signor Lee entrò nella grande stanza e salutò tutte le ragazze con un grande sorriso.
Era molto giovane, biondo, con gli occhi chiari e grandi, un po' di barba rossiccia, i vestiti scuri.
"Ragazze buongiorno a tutte!", loro risposero, sorridenti. Mary capì subito il perchè dei loro sorrisi. Era un uomo carino.
"So che c'è una ragazza nuova tra voi...adesso provo ad individuarla...", strizzò gli occhi, e la guardò subito, la indicò : "Sei tu! La biondina vicino a Charlotte!", lei imbrazzata disse ad alta voce: "Sì, sono io, mi chiamo Meredith 32" - "Per me non hai nessun numero...sei solo Meredith, o preferisci un altro nome?" - "No...va benissimo così".
Mary sentì caldo.
"Mi presento, io sono Edmund Lee, sono di origine Canadese e sono il tuo insegnante di lettura, ma anche se potrà sembrarti che io voglia...che so...insegnarti a leggere, non sono qui per questo, bensì per allenarti a farlo, ho in quell'armadio laggiù tantissimi libri, quelli di carta che oggi non vengono più stampati, e ti farò leggere solo ed esclusivamente su quelli, nessun computer, nessuno schermo portatile, niente di niente", Mary non capiva la metà delle cose che le stava dicendo.
"Spero che ti divertirai e che, facendolo, riuscirai a divorare grandi quantità di libri!", lei annuì e Charlotte le sussurrò : "E' il professore migliore del podere...e se te lo dico io puoi starne certa".
Il Signor Lee consegnò un libro ad ogni ragazza e poi, una ad una, le invitò a leggerne un estratto, ad alta voce ed in piedi.
Mary ricevette una copia di un libro ingiallito con il titolo di : "Il Miglio Verde", Charlotte invece uno con il titolo di "Next".
"Carla comincia tu...". Lei lesse un po' timida e tremante.
"...vi dico che io ci andavo, quel giorno, per il mio primo esperimento. E insomma, lo volete fare anche voi, sì o no, questo esperimento con me, una buona volta? ...".
"Patricia...tocca a te...".
" ...era un colpo gravissimo. Il Titanic era definito inaffondabile, e non solo negli opuscoli turistici...", si fermò per starnutire.
"Meredith...facci sentire che sai fare".
La ragazzina, intimidita, si alzò.
"Coraggio Mary, tutto sta nel leggere la prima parola...ti servirà per essere più sicura di te stessa, lui lo fa per questo, ci fa leggere in piedi davanti a tutti per affrontare meglio le altre".
Respirò profondamente, aprì una pagina del libro a caso, sorrise alla sua vicina di banco e cominciò a leggere: "Ci...ci...saran-no quelli tra...tra...voi", qualcuno ridacchiò : "che lo troverann...o...fuori loco...cioè luogo...e tutti gli altri...lo...lo...lo...giudicheranno grott-esco, ma lasciate che...vi dica una cosa... amici miei : sempre meglio un amore bizzarro che...nessun amore". Tirò un respiro di sollievo e si sedette di nuovo, mentre il Professore la guardò sorridendole, per poi cominciare ad applaudire.
"Devi essere davvero fiera di te! Sei in questo posto da appena due giorni e non ti sei rifiutata di leggere davanti a tutte loro, e sono davvero tante...", si rivolse anche a tutte le altre : "Forza, ragazze! Fate un applauso a Meredith!", tutte, obbedienti, applaudirono.
Mary non si sentì a disagio, nè triste o sconsolata...o arrabbiata.
Si sentì felice, e non ebbe più il coraggio di guardare quel signor Lee negli occhi, era forse nata per lui una strana forma d'amore?
Probabile.

I giorni passarono rapidamente al Podere dei Collins.
Meredith cominciò la sua catechesi, con Suor Estella, una donnina con la carnagione scura e con un panno nero sulla testa, che le aveva spiegato che lei aveva scelto di sposare Dio.
Una scelta che Mary non riusciva a concepire, che non capiva.
Come si poteva sposare Dio?
Sammy anche seguiva la catechesi con lei, ed era sempre pronta a rispondere alle domande di Suor Estella.
Le lezioni del Professor Lee diventarono ben presto quelle preferite di Mary che aveva cominciato, di nascosto, a leggere un libricino con un bel titolo, si chiamava : "Le pagine della nostra vita".
Con Charlotte le cose poi andavano molto bene, anche con Jaya, che il giorno prima a pranzo le aveva regalato la sua fetta di pane.
Sammy invece si comportava come se lei non esistesse.

29 Ottobre 2355, Agony, Podere dei Collins.

Mary, dopo aver cenato, si recò da sola in camera.
Quella sera era piuttosto stanca, e desiderava mettersi al letto per leggere qualche pagina del suo libro.
Era diventata infatti più rapida e anche più brava.
Leggeva ad alta voce, da sola.
Aprì la porta ed ebbe una brutta sorpresa.
"Meredith 32..." - "Ciao Sammy", la ragazza era seduta sul suo letto, tenendo il suo libro in mano.
Solo alcune candele illuminavano la stanza altrimenti buia.
"E' tua questa robaccia?" - "Sì, il Professor Lee mi ha dato il permesso di leggerlo", Sammy, furiosa, si alzò e si avvicinò moltissimo al suo viso, guardandola in cagnesco...

La nuova parte arriverà il 12 Settembre! Per ora lasciatemi i vostri PREZIOSI commenti! :) Anche chi non ha mai commentato!
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Grazie a Michela Di Bartolomeo per la foto <3


giovedì 16 agosto 2012

Parte 5: Cattiva

Hai già letto la prima parte, la seconda parte, la terza parte e la quinta parte di questo romanzo? Se non lo hai fatto ti conviene, prima di iniziare questa qui...ecco il link della prima parte : "Parte 1: Il Gabbiano",  quello della seconda: "Parte 2: Il Podere dei Collins"  ,quello della terza parte : Parte 3: Sammy e quello della quarta : "Parte 4: Il cuore grigio di una madre" : te li aprirà automaticamente in una nuova scheda, mi raccomando poi torna qui ;) 


"Non sono pazzo, fratello. 
Non siamo pazzi quando troviamo il sistema per salvarci. 
Siamo astuti come animali affamati.
 Non c'entra la pazzia.
 È genio, quello. È geometria. Perfezione."
A. Baricco "Novecento. Un Monologo" 

Prologo

Sapete cosa non mancava mai nei romanzi che Sammy amava tanto leggere?
Il cattivo.
C'è sempre qualcuno che disturba i buoni, generosi e simpatici protagonisti, no?
A Sammy solo una cosa dispiaceva, che ogni volta il cattivo o la cattiva fossero segnati da un passato crudele, da dimenticare.
La madre li picchiava, il padre ubriacone ed assente, gli amici falsi, ipocriti, pronti a tradirli.
Sammy non aveva ferite alle spalle, o meglio, avrebbe dovuto averne per quello che le era capitato...ma non ne aveva, non se ne curava.
Lei stava benissimo. Stava davvero una pacchia.
Lei era una vera cattiva, una che meritava di essere chiamata così, non una cattiva costruita dal celato cuore d'oro...lei era veramente così, e quella Meredith non le piaceva.
Meredith era una bambina dallo sguardo perso nel vuoto, ignorante, stupida, noiosa e bruttina, cosa avrebbe potuto farci con lei? Forse del buon brodo, sarebbe stata più utile da gallina che da umana.
L'aveva guardata fare colazione quella mattina, non sapeva nemmeno tenere in mano un cucchiaio, non sapeva stare in mezzo alla gente, sembrava aver paura, e la divisa le stava male.
Per fortuna non aveva ancora osato rivolgerle la parola...non dopo il discorso che le aveva fatto. 


Parte quinta : Cattiva.
21 Ottobre 2355, Agony, Podere dei Collins.

Mary entrò dentro quella grande aula dalle mura immacolate, e guardò quella donna magra magra ed anziana che stava seduta su una grande poltrona nera, aveva lo sguardo fisso nel vuoto.
"Tu chi sei?", le chiese senza guardarla.
"Sono Meredith 32" - "Quella nuova" - "Sì, sono io" - "Allora accomodati vicino a Samantha 13".
Solo in quel momento si rese conto che l'aula era piena e mancava solo lei, c'era solo il suo posto libero. Era arrivata tardi.
Quella era lezione di attualità, c'era scritto sul suo programma settimanale, e l'insegnante si chiamava Daphnée Dumont.
Si accomodò vicino a Sammy e le sorrise, lei, proprio come l'insegnante, non la guardò.
Poi la Dumont cominciò a parlare, mentre Mary cominciava a sentir caldo nei suoi nuovi abiti.
"Come vi dico sempre voi venite qui, una volta a settimana, per essere informati su quello che succede là fuori.
So che non vi interessa, e che molti di voi reputano la mia disciplina inutile, perchè, ovviamente, credete che vi riguardi solo ciò che accade in questo luogo.
Ma il Podere dei Collins non è il mondo intero, certo che no...il mondo è la fuori, e un giorno tutti voi vi farete ritorno, in un modo o nell'altro", Sammy esclamò : "Proff, non è detto!" - "E' detto, i Poderi non ci saranno per sempre, la guerra finirà, le guerre sono sempre finite, non possono e non devono durare in eterno".
Tutte le ragazze in aula cominciarono a sbuffare e a parlare tra loro, Sammy non disse più nulla, cominciò a guardare in aria, senza nessuna espressione particolare, sembrava solo un po' scocciata.
"Allora, stamattina il Villaggio Grigio e Il Villaggio del Fiume sono stati attaccati dai soldati di Declin, la guerra dopo anni e anni di stallo è avanzata, in molti lo dicevano, e sebbene nemmeno io lo credevo possibile, dopo tutto questo tempo...è arrivata al sud, sono state uccise cinquantasette persone, venti solo al Villaggio Grigio, e i restanti al Villaggio del Fiume".
Mary conosceva il Villaggio Grigio, ci aveva vissuto fino al giorno precedente, ma non ebbe il coraggio di chiederle se era a conoscenza dei nomi delle vittime.
Sammy  guardò Mary per qualche istante, poi alzò la mano.
"Dimmi Samantha 13", le disse la Dumont - "Il Villaggio grigio ha solo ottocento abitanti, non è così?" - "Esatto" - "Mentre quello del Fiume più di duemila..." - "Esatto" - "In pratica quelli del Grigio stanno finendo".
La Professoressa Dumont scosse il capo : "Non voglio sentire nessuno di voi parlare così, la guerra finirà, ora che sono a Sud capiranno che non hanno più niente da prendere, capiranno che hanno vinto ormai da decenni e se ne andranno per sempre".
Mary si guardò intorno per un minuto.
Erano davvero tante le sue compagne di sventura.
Alcune erano nere, altre pallide, altre con le guanche rosse.
Alcune more, altre bionde, altre rosse, altre di capelli non ne avevano.
Altre sembravano delle bambole di porcellana, Mary ne aveva vista una un tempo, gliel'aveva fatta vedere sua nonna.
Altre erano molto basse, altre no...erano un po' troppo alte.
E altre la stavano fissando a loro volta, sorridendole, una le aveva fatto la linguaccia.
Erano come tante bamboline in una prigione, che venivano coccolate e vestite come veniva deciso da chi dirigeva quel posto...che era lontano da tutti gli altri posti.

Dopo esser uscita dall'aula dalle mura immacolate Mary incontrò Sabine per il corridoio, e correndo le si avvicinò : "Ho saputo di quello che è successo al mio villaggio, come stanno mamma e papà?" - "Benissimo tesoro, ci siamo informati proprio adesso, quando avrai dodici anni ed uscirai dal Podere li troverai ad aspettarti", alla bambina venne da piangere per la gioia, e l'abbracciò.
Sabine non aveva mai mentito tanto spudoratamente, soprattutto non su una cosa del genere, eppure aveva superato il suo limite proprio in quel momento.
I suoi genitori erano morti entrambi nella resistenza.
Suo padre aveva respinto i soldati, mentre sua madre ne aveva accolto uno in casa, che dopo averla uccisa aveva abusato di lei.
Ma perchè dirlo a quella ragazzina?
Perchè rovinarle quell'attimo, quella giornata...perchè rovinarle l'intera vita?
Non ne valeva la pena.
In fondo era proprio quella l'atmosfera che si respirava dentro al Podere dei Collins, anzi...era l'atmosfera che si respirava in tutti i Poderi di quel mondo orrendo.
Era l'atmosfera della menzogna.
L'atmosfera di una realtà vissuta in modo diverso, vissuta per quello che si sapeva, per quello che trapelava dalle bocche di quegli strani insegnanti, che parlavano a quei ragazzini del mondo là fuori...ma che erano i primi ad averne paura.
"Sei contenta Meredith 32?" - "Sì, sono tranquilla adesso", continuava ad abbracciarla, e lei diventava un po' più sporca, un po' più bugiarda e...peccatrice.

A cena nessuno rivolse parola alla ragazzina bionda e appena arrivata dal Villaggio Grigio, lo fece solo una strana donnetta con una tela di stoffa in testa.
La fecero pregare prima di mangiare, come le avevano detto di fare anche a pranzo, le avevano fatto recitare il Padre nostro, a tutte quelle ragazzine povere e cattoliche.
Aveva scandito ogni singola parola di quella preghiera, e mentre lo aveva fatto le era scesa una lacrima dall'occhio destro, per la felicità però.
Ringraziò quel misterioso Padre, perchè i suoi non erano morti quel giorno.
In tanti se ne erano andati in cielo del Villaggio Grigio, ma i suoi genitori no, perchè l'avrebbero aspettata.

Sammy non recitò la preghiera, era presa da altro.
Stava pensando a come far ricordare la notte alla piccola ragazzina sfigata appena arrivata, era decisa a sfogare con lei le sue frustrazioni, e ne aveva....oh sì che ne aveva.


ECCO LA QUINTA PARTE : QUI!

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Grazie a Michela Di Bartolomeo per la foto <3

lunedì 6 agosto 2012

Parte 4: Il cuore grigio di una madre

Hai già letto la prima parte, la seconda parte e la terza parte di questo romanzo? Se non lo hai fatto ti conviene, prima di iniziare questa qui...ecco il link della prima parte : "Parte 1: Il Gabbiano",  quello della seconda: "Parte 2: Il Podere dei Collins"  e quello della terza parte : Parte 3: Sammy : te li aprirà automaticamente in una nuova scheda, mi raccomando poi torna qui ;) 

“ La normalità è solo una questione di consenso. 
Ossia, se  molta gente pensa che una cosa sia giusta,
 quella cosa lo diventa."

Veronika decide di morire”, P. Coelho


Prologo

Ma cosa era la normalità? La normalità per Meredith erano le lunghe passeggiare sulla neve morbida.
Lo specchiarsi in quel piccolo lago che d'Inverno diventava come vetro.
Il chiacchierare con suo padre Jack, quell'uomo così giovane, così simpatico, così solare...che la guerra aveva portato via. 
Suo padre Jack McFray era partito nel 2311, quando lei aveva sei anni, per il nord di Agony, dove c'erano stati da poco degli attacchi da parte dell'esercito di Declin.
Inizialmente non sarebbe dovuto partire, l'esercito voleva soldati ancora adolescenti, scattanti, non appesantiti dagli anni, poi nel corso del tempo non c'erano stati più abbastanza diciottenni, e la fascia d'età si era ampliata fino a trent'anni, e suo padre era partito, precisamente il 21 di Febbraio...per poi morire il 23 dello stesso mese... e dello stesso anno.
Sua madre lo aveva saputo dopo qualche settimana, prima avevano evitato accuratamente di farglielo sapere, temendo che non avrebbe retto il colpo, invece aveva stupito tutti ed era stata forte, si era rimboccata le maniche, aveva cominciato a lavorare nel Villaggio Grigio, cuciva maglioni e li vendeva alle persone più benestanti e in più il prete della zona la pagava con qualche soldo per pulire la chiesa due volte a settimana.
Poi lei e sua figlia si erano trasferite lì definitivamente, gli affitti erano infatti più convenienti rispetto a quelli di Big City.
Erano sole al mondo.

Meredith adorava sua madre, ma suo padre le era sempre mancato, e quando aveva conosciuto Albin aveva finalmente trovato quella figura maschile che tanto le serviva.
Albin l'aveva rapita una notte, erano fuggiti insieme nell'oscurità, lei aveva diaciassette anni.
L'aveva portata via di nascosto, e avevano fatto l'amore, dentro una casa vuota ed abbandonata, poi lui aveva compiuto diciotto anni, dopo nemmeno un mese...e se ne era andato in guerra.
Meredith allora era rimasta sola, incinta e triste.
Sua madre aveva fatto in modo che la gravidanza finisse lì, l'aveva portata in un posto lontano a farla urgentemente abortire, e poi da un paio di preti per far sì che gli raccontasse tutto.
Lei non aveva più visto Albin, nè aveva più sentito parlare di lui.
Ci erano voluti molti anni per dimenticarlo, e per dimenticare quello che era stata costretta a fare, poi aveva incontrato Paul.
Paul aveva la sua stessa età ed era appena tornato dalla guerra, gli avevano trovato un difetto ai piedi e in più soffriva di intensi attacchi di panico da un po', lì poteva essere solo d'impiccio.
Lo aveva sposato senza conoscerlo troppo, e lui era andato a stare da lei e subito dopo aveva trovato lavoro nell'impresa di pulizie che si occupava di mantenere "presentabili" le strade del Villaggio Grigio. 
Quando erano sposati da dieci anni, per errore, avevano concepito una bambina, e nonostante gli avvertimenti di tutti, nonostante i rimproveri della madre di lei: "Meredith! Non avrete da darle nemmeno l'acqua da bere!", lei stavolta aveva portato a termine la sua gravidanza, ed aveva chiamato sua figlia come lei.
Si pentiva continuamente di aver avuto la piccola Mary, ma ogni volta che la piccolina la guardava il suo cuore grigio sobbalzava, dandole un secondo di vita in più.
Dandole una ragione per stare al mondo.

Parte quarta : Il cuore grigio di una madre.

Meredith guardò fuori dalla finestra e vide solo polvere.
La polvere le dava il tormento da anni.
La polvere le impediva di vedere la realtà.
La polvere la stava ammazzando lentamente.
Non aveva i soldi per campare, ma non aveva nemmeno quelli per curare i suoi gravi problemi ai polmoni, e ora non aveva nemmeno qualcosa che la allietasse.
A cinquant'anni era una delle donne più sole al mondo.
Sua figlia se l'erano portata via, era andata in una di quelle maledette fattorie e non avrebbe mai fatto ritorno.
Chi avrebbe di nuovo dato una figlia minorenne a dei genitori che l'avevano tenuta in una cassetta della legna per tutto quel tempo?
Chi l'avrebbe affidata una ragazzina a un padre e una madre incapaci di nutrirla, vestirla in modo decente e colpevoli perfino di averle quasi causato la cecità?
Non erano stati capaci nè di fare i genitori e nemmeno di nasconderla!
Eppure si erano impegnati, avevano fatto di tutto per tenerla lontana dal mondo là fuori.

Le avevano impedito di vedere sofferenza e dolore, senza rendersi conto che in quel modo non l'avevano preparata a nulla, e sicuramente ora, con tutte quelle persone attorno e in quel posto lontano, avrebbe vissuto un trauma non indifferente.



21 Ottobre 2355, Agony, Villaggio Grigio.

Paul era uscito presto di casa, serviva una mano al Villaggio. Era stato tutta la notte a piangere per sua figlia.

Già da giorni, Meredith,  sentiva le persone mormorare : "Stanno arrivando! L'esercito di Declin sta per arrivare nelle nostre case!".
Lo avevano detto due vecchietti quando quattro giorni prima era uscita per comprare il pane.
"Ah sì? La Guerra sta avanzando? Ma è stabile a Nord ormai da anni, ne saranno passato cinquanta come minimo", aveva preso parte al discorso, le piaceva sapere a cosa sarebbe andata incontro.
Quel vecchietto pallido e magro aveva esclamato : "Io lo dico da sempre! Le guerre non sono mai ferme! Avanzano! E nemmeno noi al Sud possiamo stare tranquilli, verranno qui e ci ammazzeranno, rimarranno vivi solo i bambini nei Poderi e i loro insegnanti" - "E gli abitanti di Declin..." - "Esatto, siccome la feccia non muore mai" - "Ma invece Desolation? Come procede la guerra lì?" - "E' in stallo, o almeno così si dice".

Quei vecchietti non erano dei ciarlatani, infatti la guerra arrivò lì, nel Villaggio Grigio, il 21 Ottobre del 2355, dopo cinquantuno anni che era iniziata e dopo nemmeno ventiquattro ore che la piccola Meredith McFray si era trasferita nel Podere dei Collins.
I soldati non volevano uccidere, ma solo spaventare e mangiare a più non posso, le battaglie li avevano stremati e non erano rimasti in molti.
Ma la fortuna non fu dalla loro parte, infatti in quel maledetto villaggio non era rimasto quasi niente.
Un soldato di circa venticinque anni era entrato in casa di Meredith mentre la donna era sola.
Era vestito di grigio, un grigio molto chiaro, ed indossava un casco, lei poteva vederne solo gli occhi castani.
"Non sei così giovane come mi dicevano" - "Chi ve lo aveva detto?" - "Un mio compagno è passato qua davanti e ti ha vista dalla finestra, mi ha detto che avrei trovato una bella donna con cui sdraiarmi per qualche minuto, invece sei vecchia e moscia".
Meredith ebbe paura, e lentamente si allontanò il più possibile dal giovane soldato.
"Stai scappando donna? Non te ne andare prima di avermi dato dell'acqua" - "Ve ne darò solo se poi uscirete di qui, non voglio guai, e mio marito sta per tornare" - "Chi è tuo marito?" - "Paul McFray, è un ex soldato, ed è uscito solo per un momento a comprare qualcosa".
"Una famiglia ricca mi sembra di intendere, comunque sì, ti risparmierò, ma tu dammi da bere, quegli orribili spazzini mi hanno affaticato".
La donna spalancò gli occhi.
"Conosci qualcuno addetto alle pulizie della città?".
Il giovane si sedette.
"Sì, qualcuno, di vista...non esco molto di casa, cosa hanno combinato?", prese una brocca d'acqua e riempì un bicchiere di vetro, le mani le tremavano e non riusciva a controllarle.
"Stamattina si sono messi contro di me e i miei compagni, alcuni sono ex soldati proprio come tuo marito, ce lo hanno detto credendo che ci avrebbero spaventato, mi ha fatto ridere vedere degli uomini a pulire...sono ridicoli, tu che lavoro fai donna?" - "Per ora nulla, fino a ieri ho fatto la mamma, ecco l'acqua".
Gliela porse, temendo quello che stava per dirle.
Lui la bevve tutta d'un sorso.
"La mamma, e poi tuo figlio è morto? Era molto piccolo?", non poteva dirgli la verità : "Sì, è morto di pochi mesi, proprio ieri" - "Una famiglia in lutto quindi".
Il soldato rise, e Meredith gli chiese ancora : "Cosa hanno fatto gli addetti alle pulizie?" - "Hanno cominciato ad insultarci e a tirarci contro i loro sporchi arnesi, li abbiamo ammazzati tutti".
"Tutti?" - "Sì, tutti, erano in sette, e sono morti tutti, anche se stranamente si sono difesi bene".
"Ce ne stava anche uno con la divisa rossa e i capelli cortissimi...magro magro?" - "Certo, è lui che ha guidato la rivolta, lo conoscevi?".
Poi Meredith si gettò su di lui, gli diede sberle, schiaffi, graffi, dove le sue mani riuscirono ad arrivare.
Gli sputò addosso, e lui inizialmente non fece niente, forse perchè non riuscì subito a capacitarsi di quello che gli stava accadendo, poi la spinse violentemente a terra, e lei sbattè la testa.
"Stupida donna! Mi hai fatto credere di essere gentile! Va all'inferno!".
Meredith sentì l'odore del suo stesso sangue, mentre se ne stava lì per terra, a respirare sempre più di rado.
Avrebbe raggiunto di lì a pochi attimi sua madre, che era morta in quel modo tanto brutto, suo marito, forse anche Albin, che sicuramente era morto in guerra.
Avrebbe riabbracciato suo padre, l'uomo tanto dolce che la portava a vedere il lago che d'inverno diventava vetro.
E di sua figlia che ne sarebbe stato?
Sarebbe rimasta sempre nel podere, dove l'avrebbero istruita, vestita bene a anche pettinata.
Dove l'avrebbero ascoltata e fatta dormire in una stanza pulita ed accogliente.
Dove l'avrebbero accarezzata nei momenti di sconforto, e abbracciata quando piangeva.
Meredith poi morì, e prima di morire chiuse gli occhi, vedendo il volto di sua figlia.
Stanze accoglienti, pettini e bei vestiti non le importavano veramente, a lei sarebbe servito solo un po' d'amore.
 


Potete leggere la quinta parte qui : "Parte 5: Cattiva"

Grazie a Michela Di Bartolomeo per la foto <3