lunedì 6 agosto 2012

Parte 4: Il cuore grigio di una madre

Hai già letto la prima parte, la seconda parte e la terza parte di questo romanzo? Se non lo hai fatto ti conviene, prima di iniziare questa qui...ecco il link della prima parte : "Parte 1: Il Gabbiano",  quello della seconda: "Parte 2: Il Podere dei Collins"  e quello della terza parte : Parte 3: Sammy : te li aprirà automaticamente in una nuova scheda, mi raccomando poi torna qui ;) 

“ La normalità è solo una questione di consenso. 
Ossia, se  molta gente pensa che una cosa sia giusta,
 quella cosa lo diventa."

Veronika decide di morire”, P. Coelho


Prologo

Ma cosa era la normalità? La normalità per Meredith erano le lunghe passeggiare sulla neve morbida.
Lo specchiarsi in quel piccolo lago che d'Inverno diventava come vetro.
Il chiacchierare con suo padre Jack, quell'uomo così giovane, così simpatico, così solare...che la guerra aveva portato via. 
Suo padre Jack McFray era partito nel 2311, quando lei aveva sei anni, per il nord di Agony, dove c'erano stati da poco degli attacchi da parte dell'esercito di Declin.
Inizialmente non sarebbe dovuto partire, l'esercito voleva soldati ancora adolescenti, scattanti, non appesantiti dagli anni, poi nel corso del tempo non c'erano stati più abbastanza diciottenni, e la fascia d'età si era ampliata fino a trent'anni, e suo padre era partito, precisamente il 21 di Febbraio...per poi morire il 23 dello stesso mese... e dello stesso anno.
Sua madre lo aveva saputo dopo qualche settimana, prima avevano evitato accuratamente di farglielo sapere, temendo che non avrebbe retto il colpo, invece aveva stupito tutti ed era stata forte, si era rimboccata le maniche, aveva cominciato a lavorare nel Villaggio Grigio, cuciva maglioni e li vendeva alle persone più benestanti e in più il prete della zona la pagava con qualche soldo per pulire la chiesa due volte a settimana.
Poi lei e sua figlia si erano trasferite lì definitivamente, gli affitti erano infatti più convenienti rispetto a quelli di Big City.
Erano sole al mondo.

Meredith adorava sua madre, ma suo padre le era sempre mancato, e quando aveva conosciuto Albin aveva finalmente trovato quella figura maschile che tanto le serviva.
Albin l'aveva rapita una notte, erano fuggiti insieme nell'oscurità, lei aveva diaciassette anni.
L'aveva portata via di nascosto, e avevano fatto l'amore, dentro una casa vuota ed abbandonata, poi lui aveva compiuto diciotto anni, dopo nemmeno un mese...e se ne era andato in guerra.
Meredith allora era rimasta sola, incinta e triste.
Sua madre aveva fatto in modo che la gravidanza finisse lì, l'aveva portata in un posto lontano a farla urgentemente abortire, e poi da un paio di preti per far sì che gli raccontasse tutto.
Lei non aveva più visto Albin, nè aveva più sentito parlare di lui.
Ci erano voluti molti anni per dimenticarlo, e per dimenticare quello che era stata costretta a fare, poi aveva incontrato Paul.
Paul aveva la sua stessa età ed era appena tornato dalla guerra, gli avevano trovato un difetto ai piedi e in più soffriva di intensi attacchi di panico da un po', lì poteva essere solo d'impiccio.
Lo aveva sposato senza conoscerlo troppo, e lui era andato a stare da lei e subito dopo aveva trovato lavoro nell'impresa di pulizie che si occupava di mantenere "presentabili" le strade del Villaggio Grigio. 
Quando erano sposati da dieci anni, per errore, avevano concepito una bambina, e nonostante gli avvertimenti di tutti, nonostante i rimproveri della madre di lei: "Meredith! Non avrete da darle nemmeno l'acqua da bere!", lei stavolta aveva portato a termine la sua gravidanza, ed aveva chiamato sua figlia come lei.
Si pentiva continuamente di aver avuto la piccola Mary, ma ogni volta che la piccolina la guardava il suo cuore grigio sobbalzava, dandole un secondo di vita in più.
Dandole una ragione per stare al mondo.

Parte quarta : Il cuore grigio di una madre.

Meredith guardò fuori dalla finestra e vide solo polvere.
La polvere le dava il tormento da anni.
La polvere le impediva di vedere la realtà.
La polvere la stava ammazzando lentamente.
Non aveva i soldi per campare, ma non aveva nemmeno quelli per curare i suoi gravi problemi ai polmoni, e ora non aveva nemmeno qualcosa che la allietasse.
A cinquant'anni era una delle donne più sole al mondo.
Sua figlia se l'erano portata via, era andata in una di quelle maledette fattorie e non avrebbe mai fatto ritorno.
Chi avrebbe di nuovo dato una figlia minorenne a dei genitori che l'avevano tenuta in una cassetta della legna per tutto quel tempo?
Chi l'avrebbe affidata una ragazzina a un padre e una madre incapaci di nutrirla, vestirla in modo decente e colpevoli perfino di averle quasi causato la cecità?
Non erano stati capaci nè di fare i genitori e nemmeno di nasconderla!
Eppure si erano impegnati, avevano fatto di tutto per tenerla lontana dal mondo là fuori.

Le avevano impedito di vedere sofferenza e dolore, senza rendersi conto che in quel modo non l'avevano preparata a nulla, e sicuramente ora, con tutte quelle persone attorno e in quel posto lontano, avrebbe vissuto un trauma non indifferente.



21 Ottobre 2355, Agony, Villaggio Grigio.

Paul era uscito presto di casa, serviva una mano al Villaggio. Era stato tutta la notte a piangere per sua figlia.

Già da giorni, Meredith,  sentiva le persone mormorare : "Stanno arrivando! L'esercito di Declin sta per arrivare nelle nostre case!".
Lo avevano detto due vecchietti quando quattro giorni prima era uscita per comprare il pane.
"Ah sì? La Guerra sta avanzando? Ma è stabile a Nord ormai da anni, ne saranno passato cinquanta come minimo", aveva preso parte al discorso, le piaceva sapere a cosa sarebbe andata incontro.
Quel vecchietto pallido e magro aveva esclamato : "Io lo dico da sempre! Le guerre non sono mai ferme! Avanzano! E nemmeno noi al Sud possiamo stare tranquilli, verranno qui e ci ammazzeranno, rimarranno vivi solo i bambini nei Poderi e i loro insegnanti" - "E gli abitanti di Declin..." - "Esatto, siccome la feccia non muore mai" - "Ma invece Desolation? Come procede la guerra lì?" - "E' in stallo, o almeno così si dice".

Quei vecchietti non erano dei ciarlatani, infatti la guerra arrivò lì, nel Villaggio Grigio, il 21 Ottobre del 2355, dopo cinquantuno anni che era iniziata e dopo nemmeno ventiquattro ore che la piccola Meredith McFray si era trasferita nel Podere dei Collins.
I soldati non volevano uccidere, ma solo spaventare e mangiare a più non posso, le battaglie li avevano stremati e non erano rimasti in molti.
Ma la fortuna non fu dalla loro parte, infatti in quel maledetto villaggio non era rimasto quasi niente.
Un soldato di circa venticinque anni era entrato in casa di Meredith mentre la donna era sola.
Era vestito di grigio, un grigio molto chiaro, ed indossava un casco, lei poteva vederne solo gli occhi castani.
"Non sei così giovane come mi dicevano" - "Chi ve lo aveva detto?" - "Un mio compagno è passato qua davanti e ti ha vista dalla finestra, mi ha detto che avrei trovato una bella donna con cui sdraiarmi per qualche minuto, invece sei vecchia e moscia".
Meredith ebbe paura, e lentamente si allontanò il più possibile dal giovane soldato.
"Stai scappando donna? Non te ne andare prima di avermi dato dell'acqua" - "Ve ne darò solo se poi uscirete di qui, non voglio guai, e mio marito sta per tornare" - "Chi è tuo marito?" - "Paul McFray, è un ex soldato, ed è uscito solo per un momento a comprare qualcosa".
"Una famiglia ricca mi sembra di intendere, comunque sì, ti risparmierò, ma tu dammi da bere, quegli orribili spazzini mi hanno affaticato".
La donna spalancò gli occhi.
"Conosci qualcuno addetto alle pulizie della città?".
Il giovane si sedette.
"Sì, qualcuno, di vista...non esco molto di casa, cosa hanno combinato?", prese una brocca d'acqua e riempì un bicchiere di vetro, le mani le tremavano e non riusciva a controllarle.
"Stamattina si sono messi contro di me e i miei compagni, alcuni sono ex soldati proprio come tuo marito, ce lo hanno detto credendo che ci avrebbero spaventato, mi ha fatto ridere vedere degli uomini a pulire...sono ridicoli, tu che lavoro fai donna?" - "Per ora nulla, fino a ieri ho fatto la mamma, ecco l'acqua".
Gliela porse, temendo quello che stava per dirle.
Lui la bevve tutta d'un sorso.
"La mamma, e poi tuo figlio è morto? Era molto piccolo?", non poteva dirgli la verità : "Sì, è morto di pochi mesi, proprio ieri" - "Una famiglia in lutto quindi".
Il soldato rise, e Meredith gli chiese ancora : "Cosa hanno fatto gli addetti alle pulizie?" - "Hanno cominciato ad insultarci e a tirarci contro i loro sporchi arnesi, li abbiamo ammazzati tutti".
"Tutti?" - "Sì, tutti, erano in sette, e sono morti tutti, anche se stranamente si sono difesi bene".
"Ce ne stava anche uno con la divisa rossa e i capelli cortissimi...magro magro?" - "Certo, è lui che ha guidato la rivolta, lo conoscevi?".
Poi Meredith si gettò su di lui, gli diede sberle, schiaffi, graffi, dove le sue mani riuscirono ad arrivare.
Gli sputò addosso, e lui inizialmente non fece niente, forse perchè non riuscì subito a capacitarsi di quello che gli stava accadendo, poi la spinse violentemente a terra, e lei sbattè la testa.
"Stupida donna! Mi hai fatto credere di essere gentile! Va all'inferno!".
Meredith sentì l'odore del suo stesso sangue, mentre se ne stava lì per terra, a respirare sempre più di rado.
Avrebbe raggiunto di lì a pochi attimi sua madre, che era morta in quel modo tanto brutto, suo marito, forse anche Albin, che sicuramente era morto in guerra.
Avrebbe riabbracciato suo padre, l'uomo tanto dolce che la portava a vedere il lago che d'inverno diventava vetro.
E di sua figlia che ne sarebbe stato?
Sarebbe rimasta sempre nel podere, dove l'avrebbero istruita, vestita bene a anche pettinata.
Dove l'avrebbero ascoltata e fatta dormire in una stanza pulita ed accogliente.
Dove l'avrebbero accarezzata nei momenti di sconforto, e abbracciata quando piangeva.
Meredith poi morì, e prima di morire chiuse gli occhi, vedendo il volto di sua figlia.
Stanze accoglienti, pettini e bei vestiti non le importavano veramente, a lei sarebbe servito solo un po' d'amore.
 


Potete leggere la quinta parte qui : "Parte 5: Cattiva"

Grazie a Michela Di Bartolomeo per la foto <3



 

9 commenti:

  1. Ohhh... la storia della madre di Meretith!!! Rapita?! Secondo me se n'è andata volontariamente!!! u.u O.O Noooooooooooooooooo!! Poverina!! Che cosa brutta!! Ehm ... Paul .. faceva finta per caso? Che?? Concepire per errore? Ma figuriamoci!! Meno male che stavolta ha portato a termine la gravidanza!! Un bambino è sempre qualcosa di stupendo!! Bellissime le ultime 2 frasi del prologo!! *o*
    Povera Meredith!! Le hanno fatto credere che lei e Paul fossero cattivi genitori quando il loro scopo era crescere la loro figlioletta con loro!! Ed ora ha mille rimpianti!!
    Che bei discorsi per una conversazione, però è strano che la guerra escluda a priori i Poderi ..
    E che vuole ora questo soldato? Solo perché è stato si permette di essere villano? Apperò!! Energica Meredith!! E tutto ad un tratto!! Povero soldato, per le sberle che si becca, anche se sono meritate per come si è comportato!! No!! No!! No!! Non dirmi che Meredith muore così!! Noooooooooooooooooooooo!! Ora la piccola non ha più nessuno al mondo!! E dovrà per forza restare in quel Podere!! sigh sigh

    Complimenti per il tuo stile, sempre coinvolgente!! Aspetto la prossima pubblicazione!!

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  2. O.O....madòòòòò Moreeeee che cosa triste...però sei stato molto bravo a trasmettere tutte le sensazioni della donna e la sua storia!
    Baci <3

    Michela

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  3. Noooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo O.O
    Com'è possibile, non ci credo. Stai scrivendo una marea di stronzate, lei non è stata rapita! E' scappata! Sei proprio un ignorante! Io Meredith la conosco da quando c'avevo 2 anni e mezzo cazzo (scusa è arrivata pure Helen) e SO che è scappata di sua spontanea volontà!
    Ma guarda sti scrittori incompetenti.

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  4. Spettacolo! Bello, mi piglia troppo.

    - Ale.

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  5. oddio è troppo triste questa storia..è troppo triste pensare che la piccola Meredith non rivedrà più i suoi genitori :-( però è anche bello vedere e capire quanto possa essere infinito e incondizionato l'amore di una mamma...complimenti Luca!!!sei bravissimo:-)

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  6. Mammamia April sei meravigliosa !!!!! Ahahhahahahhhhaha


    Cmq è stata proprio logorante questa quarta parte ... muoiono tutti ... per quanto riguarda la scrittura molto ricco di dettagli e coinvolgente !!!! Scusa il ritardo ma lo sai che sono diventato un secchione !!!!! XD

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  7. Eccellente... Scorrevole, intelligente, interessante e dannatamente realistico.
    Tisrtezza a livelli impressionanti. Tutti ci immedesimiamo nella vita di Meredith e soffriamo con lei, passo passo... Comunque, meraviglioso questo capitolo... A mio parere il migliore finora!
    L'ho letto già due volte solo per il gusto di comprendere tutte le più piccole sfaccettature!
    Bravo tesoro di ziaH... BRAVO!

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  8. Anche se con estremo ritardo, metto questo commento a questa quarta parte del tuo racconto.
    È triste come parte però personalmente avrei preferito dare più spazio a questa vicenda. Non so come strutturerai in seguito il racconto, quindi il commento si basa su questa parte, ma avrei preferito vedere anche una parte relativa alla resistenza, un evento di guerra descritto, con i sentimenti anche di Paul.
    È vero che il racconto è incentrato sulla madre, sulla donna e sui suoi sentimenti, ma a questo punto mi domando se sapremo anche cosa ha provato Paul prima di morire e chissà, se davvero è morto. Insomma hai lasciato comunque un bel pò di Suspance.
    Per il resto scrivi sempre bene e in questa parte secondo me hai mostrato qualcosa in più. Ti riesce bene rendere il sentimento di tristezza, lo riesci a trasmettere.
    Migliori il tuo stile di continuo e apprezzo questo tuo descrivere senza troppi particolari, così da non dare agli oggetti e alle cose inanimate il ruolo da protagonista.
    Molto bella la parte finale, dove la madre scatta e attacca il soldato, anche se poi muore; mostra quel lato aggressivo che avrebbe dovuto mostrare anche prima, sfogandosi finalmente e urlando in qualche modo il dolore prima di morire. Ottimo finale per la madre.

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